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Autore: Cattaneo Adriano

Giovannini, paladino dello sviluppo sostenibile, è nella task force del governo. «II capitalismo crea sistemi fragili con il ridisegno della globalizzazione, attirare imprese che avevano delocalizzato dipenderà da fondi pubblici»
Davvero si può sperare di uscire indenni da una crisi economica e sociale che sarà molto dura? «Dobbiamo guardare con speranza e impegno, ma anche con molto realismo», risponde Enrico Giovannini, il paladino dello sviluppo sostenibile e componente la task force di Vittorio Colao: «Il futuro è nelle nostre mani di cittadini e le ripeto quel che ho scritto nel mio libro del 2014, "Scegliere il futuro". Questa consapevolezza andrebbe condivisa da tutti: dipende da noi esprimere ai politici e alle imprese quali prodotti vogliamo, quali atteggiamenti sollecitiamo e quale etica desideriamo. Un'etica che guardi a brevissimo termine o a medio termine? Abbiamo molte scelte da fare adesso». Giovannini, ordinario all'Università Tor Vergata di Roma, ministro del Lavoro nel governo Letta e portavoce dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), riflette su un'«economia che cambia pelle», come scriveva il 19 gennaio sul «Sole 24 Ore» all'indomani della decisione della Commissione europea di mobilitare mille miliardi di euro in 10 anni per il Green deaL

Professore, il ripensamento autocritico indotto dalla pandemia sta rilanciando l'area green e lo sviluppo sostenibile: è così? «Nell'immediato molto dipende dalle scelte di queste settimane. Nel decreto Rilancio, che contiene un impegno finanziario senza precedenti, ci sono molte misure di protezione e promozione, meno per la trasformazione del sistema Italia, a meno di non orientare in tale direzione tutti gli interventi ancora "indistinti" per il sostegno alle imprese. Ci sono interventi per ridurre le disuguaglianze, come il Reddito di emergenza che abbiamo proposto come ASviS e ForumDD (Disuguaglianze e Diversità): è importante che tutti, soprattutto i più deboli, siano protetti dagli effetti dell'emergenza, ma poi dobbiamo investire pure in formazione, in politiche attive del lavoro, in autoimprenditoria per rilanciare l'occupazione. Dobbiamo pensare a misure di promozione, come il microcredito, per offrire un futuro diverso a chi vuole uscire dal lavoro irregolare. Le possibilità sono tante, al di là del decreto, e noi come ASviS, nei giorni scorsi, abbiamo pubblicato un Rapporto con una serie di raccomandazioni. Verificheremo se il governo andrà nella direzione di uno sviluppo sostenibile da tutti i punti di vista, non solo ambientale».