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Storia

Quando parliamo di microcredito non si può non citare l'economista Muhammad Yunus, Nobel per la Pace, fondatore e presidente della Grameen Bank, la cui "rivoluzione" consiste soprattutto nell'aver fatto tesoro di un'esperienza plurisecolare, adattandola alle esigenze specifiche del suo paese, il Bangladesh.
Questa banca rurale nasce, infatti, per concedere prestiti e supporto organizzativo ai più poveri, riuniti in gruppi di beneficiari, tradizionalmente esclusi dal sistema di credito tradizionale. Sull'esempio della Grameen Bank, che oggi è la quinta banca del Bangladesh, diverse Organizzazioni Non Governative (ONG) internazionali hanno adottato nel corso degli ultimi venti anni programmi di microfinanza/microcredito, al fine di integrare progetti d'intervento a sostegno dell'economia locale dei Paesi in via di Sviluppo.
Il potenziale contributo del microcredito alla lotta alla povertà è da qualche anno, inoltre, riconosciuto anche dalle grandi istituzioni mondiali deputate a sostenere lo sviluppo: la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e le Nazioni Unite.
Su impulso proprio delle Nazioni Unite, che chiesero a tutti i paesi membri di creare dei comitati per ragionare sul tema della povertà e di far emergere soluzioni concrete per sradicarla, L'Italia ha risposto con grande prontezza ed efficacia a questo appello attraverso la creazione, nel 2005, del Comitato per il Microcredito. La sua successiva trasformazione in Ente Nazionale tramite il decreto legge governativo del 13 maggio 2011, n. 70, pone l'Italia oggi come avanguardia per lo sviluppo e l'affermazione dello strumento della microfinanza nei paesi industrializzati.
Non è un caso se dunque la Via italiana al microcredito e alla microfinananza, che il Comitato ha iniziato a percorrere nel 2005, stia aprendo un solco all'interno dell'economia sociale di mercato individuando nel microcredito un nuovo strumento di welfare.
In questo scenario, a partire dall'aprile del 2012, l'ENM, tra le varie funzioni assolte, individuate dal quadro normativo nazionale e internazionale, ha focalizzato la sua attenzione su una categoria spesso discriminata per quel che riguarda l'accesso al credito, le donne. Da qui ha avuto inizio un lavoro teso a individuare e superare i principali ostacoli che le donne incontrano per chiedere e ottenere credito e finanza per le loro microimprese che ha portato alla nascita del progetto "Microcredito e donna".